Garanzia sugli acquisti, ecco come funziona

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Garanzia sugli acquisti, ecco come funziona

Category : Rassegna Stampa

PER UN LAVORATORE autonomo con partita Iva la garanzia per l’acquisto di alcuni beni, nel caso in cui venga richiesta la fattura, è soltanto di un anno e non due. Il tema non è nuovo, eppure merita un approfondimento considerato che spesso i clienti si rivolgono a centri di assistenza 0 rivenditori per chiedere informazioni in merito. Capita, ad esempio, dopo l’acquisto (sempre più frequente) di prodotti tecnologici che risultino difettosi.

A fare chiarezza è l’avvocato Cristina Rastelli: «Se si chiede la fattura la garanzia diminuisce».

È LA LEGGE a stabilirlo. Il codice del consumo prevede la garanzia di due anni solo in quei contratti conclusi tra professionista e consumatore. Per quanto riguarda tutti gli altri casi, salvo particolari estensioni riconosciute dal venditore, anche a pagamento, la garanzia legale è di un solo anno. Pertanto il discrimine è la natura dei soggetti coinvolti nell’acquisto del bene. Per professionista si intende chiunque svolge attività di commercio al dettaglio di beni e/o servizi: la definizione include anche negozi, grandi catene di distribuzione e aziende di trasporto. Mentre è consumatore chiunque acquista il bene per uso personale, indipendentemente dall’attività svolta.
Ad esempio un padre di famiglia che acquista un computer o un elettrodomestico per la propria abitazione. In questo caso si applica il codice del consumo che prevede, appunto, la garanzia di due anni. Se, invece, a siglare il contratto sono una catena di elettronica e un soggetto che ha bisogno di strumenti da usare nel suo ufficio, non si applicherà più il codice dei consumo. Se il cliente chiede la fattura, anche al fine di ‘scaricare’ la spesa dalle tasse, interviene nel contratto non come consumatore, bensì come professionista. Venendo meno il codice del consumo, godrà della garanzia di un anno.
Per ottenere una garanzia di 24 mesi sui prodotti appena comprati, il professionista dovrebbe rinunciare alla fattura e, quindi, alla possibilità di detrarre l’acquisto dalle tasse.

Altra soluzione è quella di estendere la garanzia prevista ex lege, ma ciò comporta un costo in quanto si tratta di un servizio a pagamento. Sulla questione interviene anche Alessandro Petruzzi, presidente provinciale di Federconsumatori: «Con l’evolvere delle forme di vendita, di pagamento e dei luoghi in cui avvengono gli acquisti – dice – è evidente che bisogna ridefinire meglio tutele e garanzie, nell’interesse del consumatore e dell’impresa seria. Altrimenti  aumentano le asimmetrie e la percezione di insicurezza da parte di chi acquista».

NAZIONE_21.02.2018


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